martedì 27 novembre 2012

Arnica Montana



L'arnica (nota anche come veleno di lupo, tabacco di montagna, tabacco dei Vosgi, panacea dei traumi, panacea dei caduti ecc.) è una sostanza che viene ricavata da numerose specie di piante erbacee perenni che fanno parte della famiglia delle Asteracee, note anche come Compositae, (arnica montana, arnica chamissonis, arnica fulgens Pursh, arnica soraria Greene, arnica cordifolia Hook e arnica latifolia Bong). Le specie conosciute sono circa una ventina; l'unica di queste che nasce spontaneamente nel nostro Paese è l'arnica montana. L'arnica montana predilige i climi freschi e soleggiati; cresce sui terreni e sui pascoli delle Alpi e dell'Appennino settentrionale.
I fiori, di colore giallo-arancione, ricordano l'aspetto delle margherite. Sia i fiori che le radici emanano un forte profumo aromatico che in alcuni soggetti può scatenare lo starnuto.
Le parti che vengono utilizzate a scopo medicamentoso sono in particolar modo i fiori e il rizoma; i primi vengono raccolti nel pieno della fioritura e successivamente seccati in luoghi freschi e aerati; il rizoma viene estratto nei mesi di settembre od ottobre ed essiccato mediante esposizione al sole.
All'arnica montana vengono attribuite numerose proprietà sia di tipo analgesico sia di tipo antiecchimotico sia di tipo antinfiammatorio. In erboristeria e in omeopatia viene tradizionalmente consigliata (sotto forma di olio, granuli, ovuli, compresse, pomata, fiale per iniezione, gocce ecc.) come rimedio per i tipici traumi degli sportivi (contusioni, distorsioni, dolenzia muscolare, ecchimosi, gonfiore da trauma, vesciche ecc.) e altre condizioni quali dolori reumatici, flebiti superficiali, punture di insetti ecc.; viene anche proposta come antidolorifico nella terapia del torcicollo. Alcune volte se ne consiglia la combinazione con altri preparati erboristici a base di calendula e iperico. In omeopatia viene consigliata in tutti quei disturbi che si aggravano tramite il contatto e l'immobilità e che invece trovano giovamento con il riposo in posizione sdraiata.
L'assunzione di arnica non è scevra da effetti collaterali; un iperdosaggio può provocare numerosi disturbi quali diarrea, ipotensione, irregolarità del battito cardiaco, miastenia, nausea, reazioni di tipo allergico e vomito. Si deve inoltre valutare con attenzione l'uso di arnica nel caso di utilizzo contemporaneo di altre sostanze quali, per esempio, l'acido acetilsalicilico, farmaci antinfluenzali, farmaci lassativi ecc.

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