giovedì 23 febbraio 2012

44 giorni stregati - Giorno II

Un mito o storia del folklore.
Mab, la Regina delle Fate
Anche se non si ritrova il nome della potente Regina Mab il suo spirito è presente nelle leggende arturiane.
Gli scritti narrano fosse una Regina del Piccolo Popolo. Nella tradizione celtica, la Regina Mab era anche nota come Regina Maeve. "Maeve" significa idromele e si dice che Mab diede questo vino come simbolo del suo sangue a tutti i suoi consorti. Nel Warwickshire, la parola "Mabled", sta a voler dire "condotto fuori dalla strada dalle fate o folletti." Nella lingua gallese, il Cymric, Mab fu definita come "la piccola bambina" oltre che "Regina Lupo" .
Nella mitologia, Mab era l'entità che garantiva il contatto tra i mondi. Fu venerata anche come Dea dei guerrieri nel ciclo di Ulster. Il suo aspetto di madre/guerriera era fortemente associato alla Tripla Dea Madre. La festa Pagana di MABON fu ed è celebrata in suo onore, ogni anno all'EQUINOZIO AUTUNNALE (21 settembre). Durante questa ricorrenza chi voleva diventare Re doveva invocare la potente Regina Mab ed essere invitati dal potente spirito a bere il suo idromele. Questo avrebbe assicurato al Re una moglie, dei figli e una iniziazione ai misteri delle donne. La Regina Mab ha catturato la fantasia di molti scrittori che hanno bloccato il suo magico essere nei loro componimenti. Ne è un esempio il monologo di Mercuzio in "Romeo e Giulietta" di Shakespeare:

“Vi racconterò della REGINA MAB... Lei è la levatrice delle fate e viene in forma non più grossa di una pietra d'agata sull'indice di un assessore ed è tirata da un equipaggio di piccoli atomi sui nasi degli uomini mentre sono addormentati .
La sua carrozza è un guscio di nocciola, lavorata da uno scoiattolo o da un vecchio lombrico, che da tempo immemorabile sono i carrozzieri delle fate. I raggi del cocchio son fatti di lunche zampe di ragno, il mantice di ali di cavallette, le redini della più lieve ragnatela.... I finimenti degli umidi raggi della luna, la sferza d'osso di grillo e la frusta d'una pellicola! Il cocchiere, nato dal dito pigro di una fanciulla, è un minuscolo moscerico grosso meno della metà di un verme...
E in questo stato ella galoppa tutta la notte dentro i cervelli degli amanti...che poi sognano AMORE, sulle ginocchia di cortigiani...che subito sognano riverenze, sulle dita di avvocati...che poi sognano parcelle, e sulle labbra delle signore...che subito sognano Baci e che Mab, adirata, copre spesso di bolle perchè il loro fiato sà troppo di dolci! A volte và galoppando sul naso di un cortigiano alchè lui sogna il profumo d'una supplica, e a volte corre sul collo di un soldato così lui sogna di tagliare gole straniere, imboscate, brecce, lame di Spagna e brindisi profondi cinque tese. E poi di colpo lo tambureggia sull'orecchio, e lui sobbalza, si sveglia e, così atterrito, sacramenta una preghiera o due e poi cade di nuovo addormentato.

Questa è la stessa Mab che di notte arruffa la criniera dei cavalli e nei luridi e sporchi crini impasta riccioli d'elfo, che una volta sdipanati...portano sfortuna! Questa è la strega che quando le ragazze giacciono sulla schiena, lei ci monta sopra in tal modo, insegnando loro come si fa e rendendole donne di buon portamento.” 

(09.12.11)

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